Isola del Giglio, 13 dicembre 2021 –  
Vaga da sola spaesata per l’Isola del Giglio una piccola di muflone. Non è chiaro se la mamma sia tra i mufloni uccisi dal Parco dell’Arcipelago Toscano o tra quelli catturati e traslocati sul continente la settimana scorsa. 

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

Le catture e le traslocazioni andrebbero fatte con criterio, tenendo in considerazione il benessere degli animali e non solo gli obiettivi del progetto” commenta il ricercatore ed attivista Kim Bizzarri. “È ironico come il programma UE – che cofinanzia al Giglio la condanna a morte non solo dei mufloni, ma anche di altri animali e specie vegetali presenti da tempo sull’isola – si chiami LIFE, che inglese significa ‘vita’, quando non sembra fare altro che seminare morte nel nome della scienza. Nessuno nega l’importanza e la necessità di gestire le specie alloctone, ma la morte o il loro esilio non rappresentano l’unica soluzione”.

 

“Ciò che è certo è che sola, e alle porte dell’inverno, difficilmente la piccola vedrà la primavera senza il sostegno della sua mamma e del suo gregge”, commenta Massimo Vacchetta, esperto veterinario del Centro Recupero Ricci La Ninna. “I piccoli di muflone, come tutti gli ungulati, restano vicini e dipendenti dalle proprie mamme per lungo tempo, anche molti mesi dopo lo svezzamento”.

Anche se Gigliola – così l’hanno battezzata gli isolani in onore dell’isola, il Giglio – dovesse superare l’inverno, “la sua vita non sarà comunque al sicuro – dicono Associazione Vita da cani, Rete dei santuari di animali liberi e Centro di recupero ricci “La ninna” – Contrariamente alle dichiarazioni rilasciate da alcuni politici ed associazioni due settimane fa, solo alcuni mufloni verranno ‘salvati’, poiché gli abbattimenti sono stati temporaneamente sospesi, ma non revocati”.

Dice Vacchetta: “È imperativo dunque che Gigliola venga messa al sicuro e ricongiunta con i 6 mufloni traslocati domenica sul continente. Anche se tra questi non dovesse esserci la mamma, almeno Gigliola sarà seguita da un veterinario e la sua vita sarà messa al sicuro dagli abbattimenti quando riprenderanno”.

“Le traslocazioni, per quanto possano essere considerate migliori dell’abbattimento, non garantiscono il benessere degli animali. La cattura di alcuni mufloni e non di altri possono dividere il gregge e produrre orfani, come potrebbe essere il caso della piccola Gigliola” spiega Sara d’Angelo, dell’Associazione Vita da Cani. “Inoltre, molte delle catture sono avvenute tramite l’uso di lacci, normalmente vietati nella caccia (ma non per questo tipo di operazioni), e sono state condotte in primavera ed in estate, quando alcuni degli animali erano in gravidanza”, precisa d’Angelo.

fonte
https://www.lanazione.it/grosseto/cronaca/mufloni-giglio-1.7144935?fbclid=IwAR3Ptop34BL7Q-cLJnETX10_LNiVyreobjdWaHiRiA855Rojbj-mBP-N_0I

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